Anche per via della dottrina sociale della Chiesa, in casa, ho sempre respirato fin da piccolo forti sentimenti di doppio antitotalitarismo: contro il comunismo e contro il fascismo.
Su quest’ultimo fronte non dimentico che mio nonno – nella San Marcello Pistoiese di don Pietro, prete antifascista -fu tra i fondatori del Partito Popolare. E mi è sempre stato ricordato di quando i fascisti sfasciarono il circolo locale dei cattolici, i “pipioni”. Per anni ho lavorato insieme a Gerardo Bianchi, partigiano cattolico pistoiese e galantuomo.
Con questo “retroterra”, confesso di essere rimasto assai colpito dalla scelta – ministeriale – di “sdoganare” Benito Mussolini portando un suo scritto (insieme a scritti firmati Palmiro Togliatti, Aldo Moro, Giovanni Paolo II forse nel non felice tentativo di “bilanciare” personaggi certo non bilanciabili) come traccia ufficiale per la prova di maturità.
“Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica. Parlano i leader“: così intitolava la traccia distribuita ieri, dal ministero, a mezzo milione di ragazzi (la classe dirigente di domani). Del “leader” (sic) Benito Mussolini è stato riportato un breve passaggio di un discorso parlamentare particolare: quello con cui Mussolini assume in sé la colpa dell’assassinio, da parte di squadristi fascisti, di Giacomo Matteotti. Purtroppo, ai ragazzi, le parole di Mussolini non sono state contestualizzate: da nessuna parte è stato indicato il contesto del discorso ed è probabile che pochissimi , ormai, sappiano chi era Matteotti e perchè fu assassinato. E chi ha detto, ai ragazzi, che proprio con quel discorso il fascismo diventò “regime”?
Certo i ragazzi ignorano, ad esempio, la coraggiosa azione di un giornalista cattolico – Giuseppe Donati, direttore de “Il Popolo” – che con i suoi scritti denuncò in modo aperto le colpe del regime guidato da Mussolini in quel delitto ed è considerato l’inventore del moderno giornalismo d’inchiesta.
A parte la questione, non secondaria, sulla opportunità di definire “leader” un dittatore (anche Hitler o Stalin o Mao sono definibili “leader”?) parificandolo ad Aldo Moro o addirittura a Giovanni Paolo II, mi chiedo in quanti si sia rimasti a considerare quantomeno ambigua questa scelta alla Maturità 2010: settanta anni dopo quel 10 giugno 1940 in cui quel “leader” scelse di schierare l’Italia con Adolf Hitler.
Come cattolici, possiamo tacere? Dov’è finita la nostra memoria?
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...