Stimolante la lezione tenuta stamani, sotto il tendone in piazza Spirito Santo per “Dialoghi sull’Uomo 2012“, dal “non credente” (lo ha detto lui, ma io ad ascoltarlo non me n’ero proprio accorto) Salvatore Natoli. Parlava, il filosofo, sulla logica del “dono” e sul rapporto fra due dimensioni (gratuità e utilità) che lui ha alla fine unito – in modo assolutamente convincente – con il concetto di “giustizia“.
Cercare la giustizia – ha detto – è il massimo della utilità mentre senza giustizia non può esistere il “dono”. Al massimo esiste il “regalo”, che è altro. Al massimo esiste il “capitalismo compassionevole”: il ricco (aggiungo io) che si china sul povero fregandosi le mani perchè, per fortuna, esistono i poveri.
Ed ha concluso, Natali, con il brano evangelico (Luca, 21) sull’obolo della vedova contrapposto a quello dei ricchi: lei gettava solo due spiccioli, ma era quanto aveva, mentre loro gettavano offerte pesanti, ma erano comunque il loro “superfluo”. Quella vedova è stata massimamente “utile” perchè “essere utili è l’umiltà del dono, fare regali la superbia della presunzione”.
Grazie, o “non credente” Natoli che magari credi meglio tu di tanti fra noi …
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