Il caffè? Solo nei bar senza videopoker

Non frequentate i bar e i locali con i videopoker. E’ l’invito lanciato da don Lenzo Lenzi, della Parrocchia dei Sette Santi a Viareggio (Lucca), attraverso il giornalino parrocchiale che viene distribuito ogni quindici giorni. Il parroco invita al ‘boicottaggio‘ del caffe’ o del cappuccino: ‘Prendeteli nei bar dove non ci sono le macchinette‘. Basta osservare chi si ferma a giocare per capire che non si tratta piu’ soltanto di un gioco – si legge – ma di una vera malattia”.
Poche righe, un flash di agenzia. E’ uscita ieri pomeriggio sull’Ansa e la notizia ha tutte le caratteristiche per “bucare” come in effetti è avvenuto. Tre considerazioni: simpatia per don Lenzi; assicurazione che, nel mio piccolo, aderisco al boicottaggio; invito agli altri parroci (partendo dai tanti che ho, amici, in diocesi di Pistoia), a trovare forme analoghe di evangelizzazione (già, perchè questa – mi pare – oltre a essere un invito alla cittadinanza attiva è pure un modo efficace, nell’anno della Fede, per raccontare Gesù).

Published in: on 25 novembre 2012 at 09:19  Comments (1)  
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Amour

Toccante. Sono rimasto molto coinvolto da un film (Amour) con due splendidi attori francesi: Isabelle Huppert e Jean-Louis Trintignant. Splendidi e coraggiosi perchè recitare quel copione a quell’età credo ti metta in gioco come donna e come uomo, non solo come semplice attore. Il finale di questa storia d’amore, detto per inciso, è una fra le scene più poetiche che mi sia mai capitato di vedere nella mia non breve storia di amante del cinema.

La vicenda (l’amore in una coppia di anziani intellettuali; l’amore che fa i conti con la malattia di lei) coinvolge anche perchè riguarda quello che tecnicamente si può definire omicidio/suicidio. Fin troppo facile inserire Amour nel dibattito su quello che qualcuno osa chiamare “diritto” all’eutanasia.

Può anche essere che qualcuno tenti di portare questo film sul triste piatto della bilancia in favore del “diritto” (sic) alla morte cosiddetta “dolce”. Eppure, consapevole della scivolosità dell’argomento, mi piacerebbe che fossero in molti a vederlo, Amour.

 

Published in: on 4 novembre 2012 at 10:37  Lascia un commento  
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“Parole nuove per le monete”: il denaro può dialogare con la giustizia?

Ricevo la piccola rivista della Fraternità di Romena. E sull’ultimo numero, dedicato all’amore – o, meglio, ai “passi lenti dell’amore” – leggo un bel resoconto dedicato a una conversazione tenuta, in fine estate, a Romena da Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica. Intervistato da Massimo Orlandi – che lo spinge sulla possibilità di coniugare giustizia e denaro – Biggeri invita, ci invita, a trovare “parole nuove” per le monete. Ecco il passaggio tratto dall’articolo che Stefania Ermini ha dedicato all’incontro.

“Ugo invita a trovare parole nuove per queste monete. Monete Responsabili che ricerchino il bene comune; Monete Giuste che investano nel futuro e non scarichino le responsabilità sulle geerazioni future. Invita a dare valore alle Monete Donate, quelle che valorizzano l’economia del dono … Nell’economia c’è il dono, la reciprocità senza scambio di denaro … Dovremmo anche generare e far circolare Monete Pazienti che si misurano nel tempo, Monete in Rete che valorizzino le risorse locali, la rete di prossimità, di vicinanza; Monete Democratiche per chiedere conto di come vengono gestite le monete. Viviamo nel tempo della non resposabilità, evidenzia Ugo, senza chiederci cosa ci sia dietro un’azione, l’economia. Potremmo chiederci se l’accumulo di ricchezze vale la perdita di una Rete Sociale … Iniziamo a ragionare, a dedicarsi, al pensare cosa c’è dietro ogni azione economica che compiamo. A volte ci nascondiamo dietro la scusa che siamo piccoli e che non possiamo fare molto. Ma invece è proprio perchè siamo piccoli che possiamo fare molto”.

Published in: on 1 novembre 2012 at 12:11  Lascia un commento  
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