… Stiamo vivendo una stagione amara, nel nostro paese, in cui, da una pluralità di avvenimenti, si evidenzia la necessità di una nuova fondazione dell’ impegno politico su valori forti e condivisi, che permettano una riqualificazione di quella che Paolo VI chiamava “la forma più alta di carità” dinanzi al giudizio del nostro popolo ed alla fiducia delle persone. L’impegno politico attende, talora con drammatica evidenza, di essere nobilitato da rigore etico, dalla ispirazione ideale, da una disciplina di pensiero e di progetto che lo riconsegni alla dignità con cui la nostra Costituzione l’aveva previsto e provveduto. Ed i cattolici, il laicato cattolico, deve essere il primo a farsi responsabilmente carico di questo impegno e di questa sfida.
Abbiamo bisogno di una rinascita morale del nostro paese, quasi di un “Risorgimento etico”, 150 anni dopo quello civile e politico, che ci restituisca fiducia nelle istituzioni, correttezza e rispetto verso la ritrovata dignità dei poteri che governano la nostra convivenza civile, superamento ed archiviazione di conflittualità, interesse di parte o di casta, personalismi che avvelenano il nostro popolo e sviliscono la vicenda politica ed amministrativa.
Abbiamo bisogno che quanti si impegnano nell’agire politico siano persone umili e serie, sottomesse alla logica del servizio, appassionate del bene comune, capaci di pensare “in grande”, a misura di società e di territorio, capaci di restituire stima e credibilità ad un settore della nostra vita pubblica che sembra sprofondare nello scetticismo e nella condanna del giudizio comune.
Il Vangelo torna a dirci “tra voi non deve essere così”: mentre quasi 8 milioni di italiani vivono sotto il segno della povertà relativa, mentre 3 milioni stanno sprofondando nella povertà dura, senza aggettivi attenuanti, abbiamo bisogno che i nostri politici, che i nostri amministratori rimangano ancorati alla vita delle gente, che soffrano passione per la difficoltà delle famiglie, per l’angoscia di chi ha perso il lavoro, per lo smarrimento e la rabbia dei giovani che non riescono ad entrare nel ciclo produttivo o si vedono condannati ad un precariato senza fine.
Abbiamo bisogno che politici ed amministratori, di ogni parte e di ogni colore, portino il “palazzo” in mezzo alla gente, tra le case delle periferie e dei paesi, perché una nuova ondata di ossigeno, cioè di speranza e di prospettive concrete dilati i polmoni di famiglie e di persone … (Dall’omelia di mons. Mansueto Bianchi, in occasione della festività di san Jacopo, patrono di Pistoia)