Chiesa: il senso della unità

puzzle_pieces_id150248_size500o“Non meno facile per il futuro pontefice sarà il compito di tenere l’unità nella Chiesa Cattolica medesima.
Tra estremisti ultratradizionalisti e estremisti ultraprogressisti, tra sacerdoti ribelli all’obbedienza e quelli che non riconoscono i segni dei tempi, ci sarà sempre il pericolo di scismi minori che non soltanto danneggiano la Chiesa, ma che vanno contro la volontà di Dio: l’unità ad ogni costo. Unità però, non significa uniformismo. E’ evidente che ciò non chiude le porte alla discussione intra-ecclesiale, presente in tutta la storia della Chiesa. Tutti sono liberi di esprimere i loro pensieri circa il compito della Chiesa, ma che siano proposte nella linea di quel depositum fidei che il pontefice insieme a tutti i vescovi hanno il compito di custodire”.
Alla vigilia di una Settimana teologica dedicata alla sinodalità, alla partecipazione, alla corresponsabilità (“La chiesa è di tutti“. Pistoia 2-7 settembre 2013) può essere interessante anche questo passaggio tratto dalla meditazione (pubblicata da “Il sismografo”) che l’anziano cardinale maltese Prospero Grech rivolse ai 115 cardinali elettori presenti all’apertura del Conclave che lo scorso 13 marzo elesse papa Francesco. Da leggere anche tenendo conto delle non poche novità introdotte da papa Bergoglio in questi primi mesi di pontificato.

Su Andreotti. E sull’impegno politico dei cattolici

466649_942754_SF99000000_15550684_mediumLa morte di Giulio Andreotti arriva, almeno per noi toscani, a poche ore dalla conclusione di una Settimana Sociale che, proprio a Pistoia, ha visto riuniti circa 400 delegati da tutte le diocesi di una regione che, come l’intero nostro Paese, ha un forte bisogno di speranza.

Nella ricchezza di commenti (spesso ingiusti o parziali) di queste ore attorno a un personaggio con cui gli storici avranno certo modo di confrontarsi a lungo (e di cui si potrà oggi dire tutto tranne negare la sua evidente grandezza), ma anche attorno a una esperienza storica (un partito “di” cattolici) oggi certo defunta, non sarebbe male – anche alla luce di quanto ci si è detti nella “cattedrale laica” di Pistoia, riprendere riflessioni e ipotizzare risposte sul piano operativo attorno alla ricchezza, e attualità, della nostra “dottrina sociale“.

La “Settimana” non ci consegna, per adesso, un documento finale articolato. Però ci lascia suggestioni e un consistente pacchetto di idee su cui i casi sono due: o stendere (magari per il timore di “prendere posizione”) il solito velo di silenzio in attesa che si trasformi in polvere e che arrivi l’ennesimo convegno, oppure trovare il coraggio per prendere qualche iniziativa che, appunto, vada oltre a una dimensione convegnistica (magari pure intrigante e bella) ma che lascia il tempo che trova.

Nel pre-politico (e,  in un oggi così confuso, forse anche nello stesso politico, partendo dai livelli locali e regionali) qualcosa di utile, forse, può essere tentato. O no?

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