“Nelle prospettive di un’autentica democrazia, la vita politica ha bisogno, pur se in forme diverse, della partecipazione di tutti: il cristiano, in particolare, non può disinteressarsi dei problemi del bene comune“.
Allegato all’ultimo numero del settimanale diocesano pistoiese si trova un pieghevole dedicato alla (abbastanza sconosciuta) dottrina sociale della Chiesa: uno dei dieci punti riguarda proprio il problema della partecipazione giustamente legato agli aspetti dell’informazione “il cui esercizio va regolato dalla legge della verità e dell’oggettività e temperato da un effettivo pluralismo”.
Anche vista la situazione italiana, c’è qualcosina, mi pare, su cui riflettere …
Ci accorgiamo solo ora che tre giorni fa, sul blog della diocesi di Pistoia, Mauro Banchini si interessava di darci suggerimenti circa la dottrina sociale della chiesa, l’idea del bene co-mune e della partecipazione, legati, ovviamente, all’informazione.
Forse è il caso di suggerire a Banchini di ricordare al vescovo, di cui lui è ufficiale portavo-ce, di spiegare al popolo minuto il nesso causo-effettuale fra la dottrina sociale della chiesa e – nell’ultima fattispecie di questi giorni – le vicende dell’Aias, per le quali il vescovo Bianchi è sceso in pista a favore di una rappacificazione di cui, per la verità, non ci ha detto una parola, né accennato a prendere una benché minima posizione.
Come dovrebbe fare, del resto, un vescovo, dato che il termine significa, appunto, sorve-gliante, vigile, sentinella…
Banchini crede forse che, se la vicenda Aias fosse emersa a Ippona nel IV-V secolo, il ve-scovo Agostino se ne sarebbe stato muto come un pesce?
Vedi anche: una dottrina sociale disattesa nei fatti in http://quarratanews.blogspot.com/2011/02/una-dottrina-sociale-disattesa-nei.html