“Sullo spettacolo “blasfemo” di Castellucci a Milano è partito un dibattito pieno di pregiudizi. Ma nella lettera del regista trovo un dolore e una ricerca che, come padre e credente, sento mie“. Lo ha scritto ieri, su “Libero“, Antonio Socci e mai come stavolta mi sono trovato d’accordo.
Ci si riferisce a uno spettacolo teatrale (“Sul concetto di volto nel figlio di Dio“) già rappresentato a Parigi – ma anche a Roma – e che ha scatenato una forte polemica in gruppi di cattolici tradizionalisti. E si riferisce, Socci, a una lettera scritta giorni fa dal regista per spiegare che il suo non vuole essere uno spettacolo né “blasfemo” né offensivo contro la sensibilità di noi cristiani. Anzi …
Anche a Firenze, martedì prossimo in contemporanea alla prima ello “spettacolo blasfemo di Milano dove si offende e si deturpa sacrilegalmente il volto di Nostro Signore Gesù Cristo“, verrà recitato – ci informa così una mail spedita da comunionetradizional@libero.it – “il S.Rosario e successivamente sarà celebrata una S. Messa in rito romano antico“. Come “riparazione“.
Il botta/risposta mediatico contro il regista romagnolo Romeo Castellucci (di ieri un intervento assai pacato di “Avvenire“) e contro uno spettacolo che – presumo – la stragrande maggioranza di noi che ne scriviamo non ha visto e dunque può giudicare solo per sentito dire con l’inevitabile rischio di far prevalere i pre-giudizi sulla ragione, rischia di fare solo l’interesse di uno spettacolo che altrimenti – ripresumo – sarebbe passato inosservato. E anche io, come Antonio Socci, vorrei intitolare “Perchè voglio vedere la pièce su Gesù“.
Fermo restando che anche a me, talvolta, colpisce la ipocrita diversità di alcune reazioni in un politicamente corretto che non fa bene a nessuno, trovo fondamentale il diritto a manifestare dissenso (anche – e ci mancherebbe pure … – verso questa o quell’altra opera culturale). Magari sarebbe meglio se il dissenso derivasse da una visione diretta di quell’opera. Ma il dissenso è sacrosanto, così come sacrosanta è – almeno nell’Italia governata dalla Costituzione del 1948 – la libertà artistica.
Concordo con chi scrive che neppure il dissenso “può accompagnarsi a eccessi di qualunque tipo anche solo verbali“. E di “eccessi” ne vedo diversi, anche in certi atteggiamenti oltranzisti: i “S.Rosari” riparatori e le “S.Messe” in (?) romano antico (dove i punti – presumo – nascondono aggettivazioni impegnative come quelle relative alla “santità”) mi lasciano una certa perplessità.
Presumo che Nostro Signore Gesù Cristo, da lassù, ci guardi come minimo incuriosito. Quando è venuto sulla Terra per salvarci dai nostri peccati predicando un messaggio certo assai poco tenero per farisei e colleghi, lui – il Volto – ce lo ha messo davvero. E non solo quello.